martedì 11 ottobre 2011

Amanda Knox


 Da presunta assassina a star, dal carcere di Perugia alla suite dei reali d'Inghilterra: Amanda Knox torna a casa come una diva, in attesa che interviste esclusive ad uso e consumo del popolo del telecomando e contratti milionari la trasformino nella perfetta eroina a stelle e strisce. C'e' qualcosa che incombe sulla bella americana: e' l'oblio al quale, ancora una volta, Meredith e' stata condannata.
I giudici d'appello di Perugia, secondo la legge, hanno stabilito che Amanda non c'entra nulla con l'omicidio di Mez, ma e' indubbio che anche nel giorno dell'addio all'Italia le ha rubato la scena. E lei, perfetta anche oggi, non ha tradito le aspettative.
Le lacrime della sera della sentenza in mondovisione hanno lasciato spazio ad un viso solare e ad un sorriso largo. Senza piu' paure. Senza piu' incubi. Un sorriso con cui Amanda ha salutato l'Italia. Anzi, soltanto ''degli italiani'', quelli che in questi quattro anni sono stati li' ''a tenermi la mano, a offrirmi sostegno e rispetto attraverso le barriere e le controversie''.
Il suo pensiero Amanda lo affida ancora una volta a Rocco Girlanda e Corrado Maria Daclon, presidente e segretario della Fondazione Italia-Usa che non le hanno mai fatto mancare il loro affetto e la loro vicinanza. E allora, ecco il ringraziamento. Alla Fondazione e agli italiani che ''hanno condiviso il mio dolore e mi hanno aiutata a sopravvivere con speranza''. Sono loro che le hanno garantito una ''premurosa ospitalita''' e un ''coraggioso impegno''. A ''chi mi ha scritto - dice ancora Amanda nella lettera - chi mi ha difesa, chi mi e' stato sempre vicino, chi ha pregato per me'', va il suo grazie: ''Vi sono sempre grata. Vi voglio bene''.
Foxy Knoxy, come la chiamano gli inglesi, arriva all'aeroporto di Fiumicino martedi' poco dopo le 9.30. La notte, dopo gli immancabili depistaggi per allontanare i cronisti, l'ha passata in un hotel a Ostia, a due passi dall'aeroporto. Sola con una cugina.
Nello scalo romano e' arrivata come i vip: per lei un ingresso protetto e una saletta riservata. Dove sono state sbrigate le ultime pratiche burocratiche: si e' atteso cioe' che arrivasse da Perugia il decreto di scarcerazione. ''Che non era evasa lo avevamo ben chiaro - racconta chi l'ha assistita - ma dovevamo attendere questa formalita' prima di lasciarla con i suoi familiari''. Poi l'abbraccio con i familiari, lungo e commovente, e i primi gesti da donna libera del terzo millenio: lunghe telefonate con un nuovissimo I phone 4. Il volto stanco, senza un filo di trucco, leggins neri e canottiera in tinta, cardigan grigio, in mano solo il passaporto, Amanda e' stata scortata da una decina di poliziotti fino al gate d'imbarco, un chilometro dalla saletta riservata ai Knox. ''Questa passeggiata e' un sogno - ha detto loro - erano anni che non camminavo cosi' a lungo''.
Avra' tempo di rifarsi, sui prati di Seattle che ha sognato in questi ultimi mesi e che ha cominciato ad accarezzare subito dopo i controlli del passaporto, liberando quel sorriso tenuto dentro da tempo. Lo stesso finito sulle prime pagine dei giornali quattro anni fa, nei giorni bui dell'arresto quando tutto e' cominciato. Poi via, verso il volo British Airways 553 per Londra. Via dall'Italia, via dagli incubi. A Seattle Amanda arrivera' quando in Italia sara' gia notte.
Prima pero' il destino le ha riservato una sorpresa, non e' dato sapere se gradita: sbarcata a Londra, nella terra di Meredith, in attesa del volo per gli Usa, e' stata ospitata nella Windsor Suite, utilizzata normalmente dalla regina Elisabetta e dalla famiglia reale ma anche affittata a pagamento da diverse celebrita' del mondo della musica e dello spettacolo. Lei ancora non lo e'. Ma chissa' se tra divani, tappeti e lusso avra' pensato ancora per una volta alla sua amica Mez che non c'e' piu'.

Nessun commento:

Posta un commento